C.G.
(Codice genetico)


Opere di Pasquale Pazzaglia
Pitture tecnica mista

Presentazione di Silvana Turco

L’artista contemporaneo è uno sperimentatore di linguaggi, un ricercatore d’immagini che possano offrire un riferimento costante a un immaginario che comunichi concetti, emozioni. Pasquale Pazzaglia propone nella sua nuova serie, “Codice genetico”, esposta in questa mostra, un prisma complesso di possibilità, non tanto e soltanto degli epifenomeni del tema assunto, (rappresentazioni di forme distinte, inventate e immaginate di cellule, molecole, nuclei, legamenti) ma anche di riflessioni psicologiche sull’essenza biologica dell’uomo.
Consideriamo scontata l’esperienza attuale del concettualismo, poniamo al centro della nostra ricerca il tema del Codice genetico, e la centralità dell’essere umano, in tutta la sua essenza e fisicità, troveremo il percorso della vita nel nostro sangue, nelle nostre vene , nelle nostre arterie, troveremo il microcosmo che è in noi, che è immenso quanto il cosmo che è al di fuori di noi. Ecco la ricostruzione fantastica del C.G., ironica forse, del suo linguaggio molecolare, che ci sorprende per la sua universalità. Schegge di forme-colore si lanciano su un piano, in cui a stento riconosciamo le dimensioni e la profondità, arricchite da mille colori e abbinamenti forti , legate da mille filamenti: sono nuclei, elementi dinamici della materia umana, come nella rappresentazione di un meccanismo di emopoiesi, dove i legamenti biologici sono indistruttibili Forme-colori che, su una superficie piana, si rincorrono in modi diversi, come gli elementi reticolari del sangue. Ordinati geometricamente come su una scacchiera, oppure irruenti e disordinati, come nel caos, come lo scorrere casuale della vita.
Si tratta indubbiamente di una ricerca , che , anche a livello formale, ha dirette ascendenze nell’astrattismo geometrico e di sperimentazione di artisti come Luigi Veronesi, svolte su altri temi e con diversi esiti.
Ma sono passati più di sessanta anni da quelle ricerche, ora l’artista, nella sua espressività cromatica, istintivamente non tralascia sue precedenti esperienze legate allo studio di materiali diversi che rendono più corposi i suoi elementi coloristici con una serie quasi infinita di abbinamenti, come in un gioco: usa vetro, carte a rilievo, carta vetrata ecc… sensibilmente trasforma le cellule ematiche, i componenti del C.G. in fiori, soli, tuorli d’uovo, schegge di mare, tessere di mosaico, insomma… fantasie.


2003